«LA PELLE VAL BENE UNA MULTA»
15 giugno 2003
Da: Il Giorno
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"La pelle val bene una multa"! Così hanno risposto i ciclisti milanesi alla provocazione di alcuni consiglieri comunali di Forza Italia, che hanno depositato a Palazzo Marino una mozione che invita la giunta a scatenare la repressione nei confronti dei ciclisti che - per evitare di essere arrotati sulle strade dagli automobilisti - si rifugiano sui marciapiedi. Il senso di questo messaggio è chiaro: non si affronta e non si risolve la questione di garantire maggiore sicurezza ai pedoni e ai ciclisti nella nostra città invocando azioni repressive. Si deve garantire l'incolumità di entrambe queste categorie di utenti deboli della nostra città regolamentando la circolazione delle bici.
E così si è lasciato che Milano venisse invasa da un fiume di auto rumorose, ingombranti, inquinanti e talvolta anche assassine, al punto che, qui sì, molto si tollera e si giustifica dietro il paravento di un malinteso diritto alla libera circolazione.Alla bici, quando va bene, si appioppa un'immagine retrò e si condisce il tutto con una serie di banalità ("i ciclisti sono una minoranza e vorrebbero costringere tutti a usare la bici", "le piste ciclabili non le usa nessuno") non suffragate da alcun dato o test di realtà. In Europa, ma anche in Italia, il codice della strada -art. 122 del regolamento di applicazione- prevede infatti già oggi, a certe condizioni, l'uso separato in due distinte sezioni o promiscuo dei marciapiedi per ciclisti e pedoni.
Il dovere dell'Assessorato al Traffico sarebbe quello di applicare questa disposizione, non di boicottarla. Quaranta chilometri, o sessanta, poco importa, di piste ciclabili realizzate senza una visione d'insieme, prive di manutenzione, occupate da auto in sosta selvaggia sono quello che Milano offre ai ciclisti. Diciamola tutta: le bici in città devono poter circolare ovunque, salve le eccezioni che devono potersi giustificare strutturalmente rispetto alle situazioni concrete, non in base a vieti pregiudizi.
Nessuno desidera giustificare chi guida in modo spericolato una bici, come qualunque altro mezzo di trasporto, mettendo a repentaglio l'incolumità altrui. Ma altro è chiedere di intervenire su chi si rende responsabile di questi comportamenti illeciti, sensibilizzando tutti a un comportamento più rispettoso ed attento, altro è invocare sanzioni, cavalcando un pretestuoso motivo di conflitto, per coprire una inerzia pluridecennale da parte di una amministrazione che su questi temi arranca. Anzi, è assolutamente immobile. Ho proposto ai colleghi di Forza Italia di ritirare quella mozione per scriverne un'altra insieme. Attendo risposta.
Maurizio Baruffi
Consigliere comunale dei Verdi
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