"NON TOCCATE IL NOSTRO VERDE" LE FAMIGLIE DEL GRATOSOGLIO SI RIBELLANO ALLE RUSPE
4 luglio 2003

Da: La Repubblica
Di: Luigi Bolognini

Niente è più temibile dell'ira dei miti, dice la Bibbia. E nessuno è più mite degli abitanti del Gratosoglio, zona di palazzoni di cemento nel più tetro stile Iacp-Aler e senza servizi. Ma ora anche i miti si stanno ribellando: "Ci vogliono togliere il poco verde che abbiamo, dove passeggiamo, prendiamo il fresco e i bambini giocano tranquilli, per farci una casa di riposo da 100 posti su 4 piani". Così, si sono messi a ostacolare i lavori di distruzione di una lingua di erba e alberi stretta fra tre condomini in via Costantino Baroni: controllati con discrezione dalle forze dell'ordine che badano a evitare incidenti, si siedono davanti all'ingresso, non fanno passare gli operai, raccolgono firme, promettono denunce.
Ma ieri le ruspe hanno iniziato ad abbattere gli alberi: "Sono arrivati con una specie di escavatrice e ne hanno spaccati una decina per il lungo". Le povere cose che ne restano sono ammassate in fondo a quest'area che non sarà neppure di 700 metri quadri, recintata di fresco per evitare boicottaggi. "E in quelle macerie ci sono anche dei nidi. Sono riuscita a salvarne solo uno - dice una bella ragazza, accoratissima - c'erano tre uccellini appena nati. Adesso lo porto alla Lipu come prova per fare una denuncia: c'è una legge, la 157, che vieta di abbattere alberi dopo il primo maggio, se tra i rami ci sono dei nidi".
Però non chiamiamola guerra tra poveri: "Per due motivi - spiega per tutti Adele Ilgrund -. Primo, con le rette che fanno pagare gli ospizi è difficile che chi ci vada sia povero. Secondo, non siamo per nulla contro una casa di riposo in zona, chiediamo solo che si faccia altrove. Il posto non manca". E indica un prato a neppure 200 metri: "È molto più silenzioso - l'altro spazio confina col campo di calcio dell'oratorio, le partite serali disturberebbero i vecchietti - è grande il doppio ed è inutilizzato: ci sono poche panchine ma sono al sole, si rischia il coccolone" ironizza Vladimiro Lovera, responsabile del movimento della terza età per la parrocchia locale. E il bello è che questo spazio sarebbe disponibile a costo zero: il proprietario è lo stesso del terreno su cui sono iniziati i lavori, ovvero l'Aler, socia al 30% nella ditta che ha avuto l'appalto, la "Vivere Insieme" presieduta da Vincenzo Guerrieri che dell'ex Iacp è stato presidente.
E neppure si può dire che in questo lembo meridionale di Milano ci sia poca attenzione agli anziani. A parte che l'età media del quartiere e quindi dei dimostranti è alta ("molti son qui da 37 anni, questi condomini sono stati costruiti anche con i nostri soldi. E una quota dell'affitto che paghiamo è per la manutenzione del verde. In effetti, se lo si distrugge la manutenzione è a posto per sempre"), qui c'è un centro diurno. E qui ci sarà un'altra casa di riposo, a cinquanta metri dal luogo della discordia: una cooperativa la ricaverà dentro una vecchia scuola in disuso, ricettacolo di sbandati e drogati. "Come si fa a costruirne un'altra appena lì vicino, tra l'altro senza spazio per i parcheggi? Poi che fanno, si mettono a farsi concorrenza?". L'ex scuola è intitolata a Pirandello, e ci vorrebbe giusto il suo senso del paradosso per raccontare questa vicenda. Ma forse meglio ancora sarebbe Kafka, per la capacità di descrivere il rapporto tra cittadini inermi e potere sordo e cieco. "Perché alla fine la cosa che ci disturba più di tutto - dice ancora Adele Ilgrand - è che non ci ascoltano. Abbiamo fatto tre capannelli sotto Palazzo Marino, abbiamo chiesto udienze per depositare le firme raccolte, abbiamo coinvolto nella nostra battaglia alcuni consiglieri dell'opposizione come Antoniazzi. Niente, nessuno di coloro che decide ci degna di attenzione. Altro che cittadini di serie B, qui siamo di serie C direttamente". Non è servito neppure andare al consiglio di zona 5, far leggere un accorato appello a due ragazzini ("qui giochiamo a pallone, ci divertiamo, respiriamo un po' di aria buona in un quartiere che non ha nulla per noi") e ottenere un voto di appoggio di destra e sinistra unite. "Il problema - spiega Claudio Muzzana, capogruppo della Margherita, che abita in zona - è che non c'è modo di bloccare nulla: tutto è in regola, dal punto di vista legale e delle autorizzazioni". È dal punto di vista morale che qualcosa stride come i freni di un treno.

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