PIANO DEL TRAFFICO, SE LA DISCUSSIONE È UN LUSSO
18 luglio 2003

Da: Corriere della Sera
Di: GUIDO VERGANI

Caro Vergani,
dal 10 luglio al 9 agosto, presso l'ufficio dell'Agenzia milanese per la Mobilità e l'Ambiente, in via Beccaria, è in visione il biennale Piano generale del traffico urbano, adottato preliminarmente dal sindaco come commissario, con poteri conferitegli da un decreto governativo. Dopo quella data, se non ci saranno osservazioni da parte dei cittadini, il sindaco, secondo un'interpretazione giuridica diffusa, potrà approvare definitivamente il piano, senza portarlo all'esame e alla discussione del Consiglio comunale. In aula, il 14 luglio, ho chiesto che si possa farlo almeno in sede di commissione Traffico, proprio alla luce delle osservazioni avanzate dai cittadini. Questo perché è importante, anzi determinante, che l'esame di un programma, da cui dipende la qualità della vita e dell'aria di Milano, avvenga con un minimo di partecipazione.
Maurizio Baruffi
consigliere comunale
***
Il decisionismo ha una faccia meritevole e una faccia che può diventare assai negativa, se si esclude a priori che il fare e il fare in fretta obblighino ad archiviare la partecipazione, la discussione, il confronto. Si dirà che la partecipazione è garantita dal fatto che, ogni cittadino, può visionare il Piano. Ma il periodo scelto per questo giudizio pubblico (non mi pare sia stato usato il megafono perché ognuno ne fosse a conoscenza) non è, per usare un eufemismo, funzionale a una massiccia raccolta di pareri. Il 10 luglio, una buona fetta di cittadinanza era già in vacanza. L'estate, poi, non è mai una stagione propensa all'impegno civico, alla partecipazione. E' intuibile che quest'estate falcidiata dal caldo tropicale lo sia ancora meno. I giorni che restano sono ormai tutti mentalmente assorbiti dall'idea, dal bisogno delle ferie. E' difficile immaginare eserciti di milanesi in corsa verso gli uffici di via Beccaria. Mi piacerebbe essere smentito dai fatti. Temo che non lo sarò.
Comunque, se vi saranno osservazioni, il sindaco potrà vagliarle nel chiuso delle sue stanze e decidere da solo? Non sono addentro ai regolamenti. Già troppe volte, il Consiglio comunale è stato "tenuto in disparte" e sostanzialmente umiliato perché lo permette la legge. Ma non posso credere che Albertini, forte dei poteri commissariali in materia di traffico, non voglia ascoltare i rappresentanti eletti dai cittadini su un tema di tale delicatezza che coinvolge il vivere di Milano, i diritti-doveri degli automobilisti, i nostri polmoni, mentre la Regione delinea un suo programma e, in qualche modo, riporta in auge la chiusura dei centri storici almeno alle auto non catalizzate e ai motorini più inquinanti. Mi auguro che il consiglio sia chiamato a dire la sua. Se, poi, invece di dare vita a un funzionale confronto, il consiglio si avviterà in uno scontro di schieramenti, il sindaco potrà far valere i suoi poteri di commissario e andare avanti senza indugi. Ma, per la "salute" della democrazia, un primo indugio (aula di Palazzo Marino o Commissione) sarebbe segno di saggezza.
L'avvio non è di buon auspicio. Ai consiglieri comunali è stata consegnata una sintesi, non l'intero piano e francamente non poteva essersi periodo peggiore per motivare i cittadini a giudicare le proposte di Albertini-Goggi.

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