IL BIVACCO DEGLI IMMIGRATI
19 luglio 2003

Da: La Repubblica
Di: Lorenza Pleuteri

Miguel Rosario, 59 anni a dicembre, la pelle scura segnata da una ragnatela di rughe e di stanchezza, non ce la fa più a stare in piedi. Dopo l´intera nottata passata in coda, dopo la mattinata consumata sotto il sole che picchia duro anche sulla caserma di via Cagni, questo signore dominicano si accascia su un cartone adagiato contro il muro di cinta, rubando ad altri la poca ombra che c´è. Endrit e Dimant, due bimbetti di 3 e 5 anni, gli ronzano intorno. Non sanno più a che cosa giocare. Sono stufi di bivaccare nel parchetto spelacchiato all´angolo con viale Suzzani, erba rinsecchita costellata di rifiuti, bottiglie vuote, cartacce, rimasugli di cibo, tanfo che arriva dai cinque cessi chimici installati sul marciapiede, senza acqua e senza carta igienica. Anche loro sono qui da quando è buio, dalle due di notte. Hanno dormito un poco in macchina, un forno. E poi, fino a quando si è fatto giorno, in braccio ai loro genitori, Valdet e Lumtorije, albanesi del Kossovo, 34 e 28 anni. Pure Guilber e Inna, lui ecuadoriano e lei ucraina, 35 e 25 anni, hanno dovuto reggere e cullare per tutta la notte la figlia di un anno e mezzo. Altrimenti, raccontano, avrebbero perso il posto in fila e il numero di prenotazione per accedere agli sportelli. E addio permesso di soggiorno, addio vacanze, addio serenità.
Anche ieri, fuori dalla caserma di polizia in cui si sbrigano le pratiche per gli stranieri residenti in provincia, centinaia di immigrati grandi e piccoli si sono pigiati in coda e ci sono rimasti per ore e ore. Vecchi, mamme con neonati, famiglie intere. I primi - lo raccontano gli agenti di guardia alla porta, stremati pure loro - sono arrivati alla otto della sera precedente. Gli altri, alla spicciolata, si sono aggiunti durante la notte. Le persone al secondo o al terzo viaggio - "una volta manca un documento, un´altra una virgola" - si sono organizzate. Giornali stesi a terra, come giacigli. Asciugamani da spiaggia srotolati sul prato, al riparo dei rari e contesi alberi, per stenderci sopra i bambini e improvvisare pic-nic. I più avveduti, sapendo che lì non c´è manco una fontanella, si sono portati da casa acqua e viveri. I meno accorti no.
L´assessore alla Sicurezza Guido Manca, raccogliendo l´appello lanciato dal consigliere verde Maurizio Baruffi, ha chiesto alla Protezione civile di distribuire 1.500 bottigliette di minerale. Ma la jeep con i rifornimenti è spuntata a mezzogiorno e mezzo, quando la truppa iniziale si era assottigliata. Ed è riapparsa alle 14.30, a beneficio di pochissimi. Oggi gli uffici sono chiusi. Lunedì, mentre da più parti si levano accuse e polemiche, si ricomincia. La Questura cerca di arginare l´onda d´urto con contromisure prese in corsa. Ieri, nessun richiedente mandato via prima di poter entrare, sportelli operativi fino alle 18, 480 pratiche sbrigate contro le 250 di media. Dalla prossima settimana, per venire incontro a chi ha bambini da iscrivere sui documenti di soggiorno e li deve portare fisicamente in via Cagni, vengono attivate tre "finestre" riservate alle famiglie con minori al seguito: mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18.30 e sabato dalle 8.30 alle 12.30. I tempi per il rilascio delle carte richieste per ora oscillano tra i 5 e i 6 mesi, salvo che per situazioni d´emergenza, a detta della polizia "risolte in un paio di giorni". Il tutto "nonostante la legge Bossi Fini - rimarcano gli immigrati più agguerriti, minacciando azioni legali - preveda che un permesso vada rilasciato, rinnovato o convertito entro 20 giorni dalla domanda".

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