IMMIGRATI, ARRIVA LA PROTEZIONE CIVILE
19 luglio 2003

Da: Corriere della Sera
Di: G. San.

Passeggini schiacciati tra la folla. Bambini al collo delle madri. Biberon. Cinquecento immigrati ieri all'alba si sono trovati in coda sul marciapiede di via Cagni, alla Bicocca. In attesa di rinnovare il permesso di soggiorno o iscrivere i figli sui documenti. Sotto il sole, davanti alla sede distaccata dell'ufficio immigrazione della questura, la protezione civile ha distribuito 1.500 bottiglie d'acqua. Ultimo atto di un'emergenza che si ripresenta ogni mattina ormai da un mese.
Qualche giorno fa i dirigenti della polizia hanno aumentato gli sportelli. Ieri hanno anche raddoppiato turni e orari di lavoro. Lavorando fino alle 6 del pomeriggio, in un solo giorno gli uffici hanno esaminato quasi 500 pratiche. In via Cagni arrivano immigrati da tutto l'hinterland. Alcuni passano la notte nel parco e sul marciapiede davanti all'ufficio. Con la speranza di avere i documenti per tornare al proprio Paese in agosto, almeno per qualche settimana. Il caldo, la paura di restar fuori, l'esasperazione dopo ore di coda. L'altra mattina ci sono stati anche momenti di tensione. Oltre a raddoppiare le forze, la questura ha creato delle corsie preferenziali per le fasce di immigrati più deboli.
I nuovi orari saranno in vigore dalla settimana prossima: chi dovrà iscrivere i minori sui permessi di soggiorno avrà a disposizione i pomeriggi del mercoledì e del venerdì, più la mattina del sabato. "Comune e Provincia - ha commentato Pierfrancesco Majorino, coordinatore cittadino dei Ds - non si occupano del problema immigrazione e lasciano tutto sulle spalle della questura". Contenuto simile nei messaggi di Maurizio Baruffi, consigliere comunale dei Verdi ("Servirebbe una figura di mediazione e informazione per alleviare il disagio"), Daniele Farina (Prc), Nando dalla Chiesa (parlamentare della Margherita). "Una vergogna", attacca il sindacato Uil della polizia. La possibile soluzione all'emergenza di via Cagni arriverà a settembre: quando gli immigrati, secondo un progetto della questura, potranno consegnare le pratiche direttamente ai propri Comuni di residenza.

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