VIA I MEDICI DALLE SCUOLE
1 ottobre 2003

Da: La Repubblica
Di: Zita Dazzi

Via le sale mediche scolastiche. Basta con i certificati di riammissione a scuola dopo cinque giorni di malattia. Abolite le schede cliniche di ingresso a scuola, i controlli sanitari, i certificati di vaccinazione e quelli che attestano la sana costituzione. Fine degli screening di massa contro i pidocchi e anche delle periodiche disinfestazioni e disinfezioni delle aule. La Regione rivoluziona la medicina scolastica. Direttori e presidi sono investiti dalle proteste dei genitori preoccupati per la diffusione di epidemie fra i banchi. Ma Vittorio Carreri, consulente della Regione per l´Igiene, si arrabbia: "I medici a scuola non servono e costano troppo. In Lombardia ci sono 8.000 medici di base e 1.500 pediatri. Le famiglie che devono farsi carico dei controlli ai figli, non le scuole. Per l´Asl è una doppia spesa mantenere i medici scolastici e quelli territoriali. E poi i certificati di riammissione sono obsoleti e inutili contro il contagio: l´epidemiologia è cambiata. Alcune nuove malattie sono più infettive durante la fase di incubazione, quando non ci sono sintomi, che non nella fase successiva".
Ma fra i presidi c´è malumore. "Vaccinazioni, malattie, pidocchi: tutto è affidato all´autocertificazione e alla buona fede dei genitori - dice Francesca Altomare Lavizzari, dirigente dell´Istituto Cavalieri, media e elementari con 800 iscritti - La Regione vuole risparmiare ma noi rischiamo di avere in classe bambini con malattie infettive. E non ci passano più nemmeno garze, cerotti e disinfettanti, materiale che dobbiamo avere per legge".
Replica Chiara Porro De Somenzi, responsabile del dipartimento di prevenzione dell´Asl: "Moltissime malattie infettive dell´infanzia si prevengono con le vaccinazioni. I certificati per la riammissione dopo cinque giorni di malattia sono una ritualità che non corrisponde alla infettività esistente". Questo non placa i genitori. "È uno scandalo, una cosa vergognosa e tristissima - dice Andrea De Lotto, maestro alle elementari di via Feraboli e padre di un alunno delle elementari di via San Giacomo - La Regione gioca allo scaricabarile con le scuole e con le famiglie. Per risparmiare, smantellano servizi preziosi che potevano prevenire epidemie e gravi rischi sanitari. Senza controlli chi può escludere che qualche bimbo arrivi in classe il figlio con i pidocchi o con la varicella?". Ed Elisabetta Pellarin gli fa eco dal quartiere Adriano: "E gli extracomunitari? Avranno tutti il pediatra di base? Chi non parla l´italiano capirà il burocratese delle circolari scolastiche che raccomandano norme igieniche e di profilassi?".
Maurizio Baruffi, consigliere comunale dei Verdi denuncia: "I servizi di prevenzione servono in una società multietnica. Risparmiare sui certificati e sulle disinfestazioni risponde a una logica di economia rigorosa, ma riduce le garanzie per i bambini". Aboliti anche il nulla osta sanitario per chi serve i piatti nelle mense scolastiche e i certificati di sana costituzione per andare a Scuola Natura. "Ma le case vacanza del Comune sono in Liguria e in Veneto, dove invece i certificati sono richiesti - si interroga la preside Lavizzari - Come faremo?".
Con le nuove regole saltano anche le viste mediche che ogni alunno faceva nei primi giorni di scuola. E spariscono le cartelle mediche dove erano annotate le patologie di ciascun bambino. C´è chi è già corso ai ripari: "Abbiamo programmato un incontro a scuola con le famiglie e con un medico dell´Asl che spiegherà le nuove regole - dice Carla Daverio, dirigente delle elementari di via Console Marcello, 650 alunni di cui un terzo extracomunitari - Da noi ci sono molti alunni Rom. Non sempre si riesce a trasmettere le regole base della prevenzione sanitaria. Bisogna tenere conto di queste situazioni".

Torna all'archivio cronologico

Torna all'archivio tematico

Segnala questa pagina via email

Torna alla pagina principale