«CONTRO GLI SPINELLI I PRESIDI FACCIANO DI PIÙ»
11 ottobre 2003

Da: Corriere della Sera
Di: Gianni Santucci

A pagare per gli spinelli nelle scuole potrebbe essere un preside. Secondo l'accusa della Procura, Bruno Dagnini sarebbe stato troppo permissivo verso spaccio e consumo di hashish nei bagni e nel cortile del suo istituto, il liceo scientifico "Majorana" di Rho. La vicenda va al di là dei fatti che saranno accertati dalla magistratura. E si inserisce nel dibattito sulla circolazione di droghe leggere nelle scuole. "Se, come auspico - dice la presidente della Provincia, Ombretta Colli -, il professor Dagnini si è comportato correttamente, non avrà nulla da temere dalle indagini. Un fatto però è certo: occorre un'iniziativa straordinaria nelle scuole per contrastare la diffusione di tutte le droghe tra i giovani". Alle argomentazioni della Colli, ribatte il consigliere comunale Maurizio Baruffi (Verdi): "Se un magistrato dovesse ritenere fondata un'ipotesi di reato così fantasiosa, avremmo la prova che è partita la caccia alle streghe".
E mentre decine di email continuano ad animare il forum del Corriere , si mobilita anche il Codacons. Che chiede la "linea dura" contro la cannabis nelle scuole. Per far rispettare il divieto di fumo, il movimento dei consumatori invierà i propri ispettori negli istituti. Intanto stasera, con la "festa del raccolto" al Leoncavallo, parte il programma delle iniziative antiproibizioniste milanesi.
Ma come la pensano i presidi, stretti tra il dovere di vigilanza e la missione educativa verso gli studenti? "Tolleranza zero per le "canne" - dice Clara Magistrelli, presidente dell'Associazione presidi della Lombardia -, ma "no" ai carabinieri per il minimo sospetto. Molti ragazzi possono entrare in contatto con le droghe, e il dovere della scuola è quello di dialogare, ascoltare, avviare una collaborazione con le famiglie. La criminalizzazione acuisce i traumi e accentua la voglia di trasgredire".
I presidi e gli insegnanti rivendicano un lavoro quotidiano di ascolto del disagio degli adolescenti. Vigilare su migliaia di ragazzi è un compito a volte impossibile. Anche per chi, come Giovanni Gaglio, ogni mattina accoglie i suoi studenti sulla porta dell'istituto Agnesi: "Come presidi siamo esposti a molte responsabilità - dice Gaglio -. Controlliamo, per quanto possibile, ma non possiamo trasformare le scuole in caserme". Anche se poi ogni istituto sceglie la sua linea: "Le scuole sono autonome nella strategia educativa - dice Mario Giacomo Dutto, direttore dell'ufficio scolastico regionale - l'importante è che sul problema droghe non ci siano inerzie".

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