INDAGATO ANCHE IL CONSORZIO "MILANO PULITA"
25 novembre 2003

Da: Il Giorno
Di: Enrico Fovanna

C'è anche il consorzio "Milano Pulita", che gestisce per l'Amsa l'impianto ex-Maserati, tra quelli coinvolti nell'inchiesta della procura di Napoli, che ha emesso ieri 22 provvedimenti cautelari a carico di imprenditori accusati, a vario titolo, di aver organizzato una articolata attività di traffico illecito di rifiuti esteso in tutta Italia. L'attività illegale, secondo le indagini, si sostanziava in operazioni di intermediazione, trasporto, sversamento ed stoccaggio di enormi quantità di rifiuti provenienti da società di smaltimento del centro e nord Italia e da alcuni consorzi per la gestione dei rifiuti solidi urbani tra cui appunto " Milano Pulita" e la "Tev".
Tali società simulavano la "lavorazione" dei rifiuti (separazione tra "fase secca e umida") presso impianti situati in diverse parti d'Italia che erano nella disponibilità del gruppo criminale, invece poi sversavano nelle cave in ricomposizione ambientale e paesaggistica e in terreni controllati dagli indagati. Tutto ciò avrebbe determinato un ingente guadagno illecito per gli indagati e, soprattutto, come sottolineano i magistrati, "un incalcolabile danno ambientale". Gli indagati, grazie al traffico hanno movimentato tra novembre 2002 e maggio 2003 circa 40mila tonnellate di rifiuti con un giro d'affari di 3.300.000 euro, evadendo l' ecotassa per 500mila euro.
Immediate le reazioni degli ambientalisti. "Le leggi di Berlusconi e Formigoni peggioreranno la situazione", dicono i Verdi della Lombardia."Siamo di fronte - affermano Carlo Monguzzi, consigliere regionale, Pietro Mezzi, consigliere provinciale, e Maurizio Baruffi, consigliere comunale - a un vero e proprio far west dei rifiuti. Quelli urbani passano senza alcun tipo di controllo in impianti più o meno adeguati, dopodiché diventano rifiuti speciali. In questo modo possono varcare i confini provinciali e nessuno riesce più a capire che fine facciano. La provincia di Milano è assente e non sa dove finiscano gran parte dei rifiuti: da nostri calcoli e analisi dei flussi, non si sa dove finiscano circa 800 tonnellate delle circa 5.000 prodotte ogni giorno. Da gennaio, inoltre, più della metà dei rifiuti di Milano finirà in due discariche tedesche. In questo contesto, ecofurbi ed ecomafiosi la fanno da padroni, come dimostra quest'ultima inchiesta della magistratura campana che coinvolge anche Milano Pulita e quindi Amsa, che attraverso il consorzio gestisce l'impianto di separazione secco umido ex Maserati".
Il settore dei rifiuti in provincia di Milano e in Lombardia, sempre secondo Monguzzi, Mezzi e Baruffi, "sta diventando una terra di nessuno, dove chi vuole può fare ciò che meglio crede o che più gli conviene, anche a scapito dell'ambiente e della gestione sostenibile dei rifiuti. Già a gennaio denunciammo la curiosa iniziativa di Amsa che spedì in Campania i rifiuti trattati nell'impianto della ex Maserati , cioè in una regione in emergenza rifiuti che fatica a sistemare i suoi. A chi conveniva quella spedizione?
Confidiamo in una rapida inchiesta della magistratura e denunciamo come i progetti di legge del centrodestra in regione Lombardia e il disegno di legge delega ambientale proposto dal governo Berlusconi, ora all' esame del Parlamento, vadano in modo preoccupante verso una pericolosa libera circolazione dei rifiuti". "Quella del traffico e dello smaltimento illegale dei rifiuti - commenta Andrea Poggio, presidente regionale di Legambiente - è una piaga sempre aperta e la nostra Regione, purtroppo, ha sempre un ruolo di primissimo piano. Se poi, come sembra dall'inchiesta di Napoli, sono coinvolti anche imprese autorizzate, la faccenda assume contorni ancora più inquietanti. Ogni giorno a Milano non si sa dove finiscano 800 tonnellate di immondizia: abbiamo chiesto ad Amsa di saperlo, ma senza risposta. Auspichiamo piena luce".

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