CENTOCINQUANTAMILA EURO PER FINANZIARE UN PROGETTO IN LINEA ...
5 dicembre 2003

Da: Corriere della Sera
Di: Paolo Foschini

Centocinquantamila euro per finanziare un progetto in linea con i parametri di Kyoto: da sviluppare in Brasile, però. A Milano, invece, un "forum permanente" per studiare come fare lo "sviluppo sostenibile". Nel frattempo la scommessa del Comune sarà di puntare soprattutto sui "meccanismi flessibili": come quelli che consentiranno, per esempio, di guadagnare "crediti" di anidride carbonica grazie ai risparmi realizzati con l'impianto di teleriscaldamento a Sesto. Queste le novità che l'assessore all'ambiente Domenico Zampaglione ha presentato ieri in Fiera, durante il summit mondiale sul clima, per dar conto del contributo milanese alla riduzione dei gas-serra nel pianeta. "Sarebbe meglio - è stato il commento del consigliere verde Maurizio Baruffi - se prima di finanziare un progetto in Brasile ne finanziassero uno qui in... largo Brasilia". Il grosso del lavoro presentato al "Cop9" dal Comune è in realtà lo stesso che Zampaglione aveva già presentato alla città il mese scorso, e cioè il voluminoso studio sullo Stato dell'ambiente a Milano, nuovamente definito ieri come "il primo passo per la realizzazione del progetto "Agenda 21"": questo progetto è un piano sottoscritto da circa duemila Comuni in Europa, ma che in Italia ha visto finora pochissime amministrazioni aver ultimato anche solo lo studio preliminare. Milano adesso è tra queste.
Fatto lo studio, però, resta il problema del come trasformarlo in interventi concreti. E se da un sondaggio pubblicato proprio in quel volume emerge come la preoccupazione principale dei milanesi sia soprattutto il binomio traffico-smog, Zampaglione è il primo a sottolineare come le sue preoccupazioni riguardino non tanto il presente quanto il futuro: "È vero che ancora oggi - dice - non siamo riusciti ad abbassare il nostro livello medio delle polveri sottili fino alla soglia che avrebbe fissato l'Europa. Ma in realtà non ne siamo poi molto distanti: il limite sarebbe di 40 microgrammi per metro cubo, a Milano il livello medio è di 47. Il problema vero però si presenterà con l'introduzione dei prossimi traguardi: quando cioè l'Europa, stando alle anticipazioni divulgate, deciderà di abbassare la soglia massima consentita a 35, magari 30, o addirittura 25 microgrammi. È chiaro che a quel punto per il nostro territorio sarà difficilissimo restare in regola. D'altronde la Lombardia ha caratteristiche diverse dal Mare del Nord: e io credo che quando il problema si presenterà bisognerà almeno proporre l'introduzione di parametri differenziati...".
Nel frattempo, per quanto riguarda il "che fare" sui gas-serra, il Comune di Milano ribadisce appunto la via della flessibilità. Il principio del resto è uno di quelli su cui si basa il protocollo di Kyoto: da un punto di vista del clima planetario, non conta tanto dove i gas vengono prodotti quanto che venga abbattuta la loro quantità complessiva nell'atmosfera. Semplificando: se un Paese investe in progetti che consentono di ridurre l'anidride carbonica altrove, può comprare crediti che consentono a lui di compensare le proprie emissioni; e viceversa, se un Paese ne produce addirittura meno di quanto gli viene richiesto, può vendere ad altri le quote di anidride carbonica non prodotta da lui.
Di qui il progetto "Prep-assist" sponsorizzato dal Comune: il finanziamento di alcuni piccoli progetti in Brasile, forse anche in India, per la realizzazione di impianti idrici. Che c'entra con Milano? "C'entra perché in prospettiva futura - spiega l'assessore alle relazioni internazionali Salvatore Carrubba - questo potrebbe consentire al territorio milanese di acquistare crediti da utilizzare qui". E Zampaglione chiarisce: "Milano è l'emblema di una economia vincente basata sulle piccole e medie imprese, che hanno un grande vantaggio in termini ambientali rispetto ai modelli industriali basati sull'industria pesante. Questo vantaggio può essere messo a frutto grazie ai meccanismi di Kyoto, che favoriscono proprio l'alternativa imprenditoriale del modello milanese e lombardo". "Grazie alle reti di cooperazione ambientale - dice ancora Carrubba - possiamo contribuire a globalizzare l'impegno a favore dei Paesi più svantaggiati".
Nel concreto, intanto, qui c'è la centrale termoelettrica di Sesto San Giovanni, con il suo impianto combinato di cogenerazione e teleriscaldamento. Secondo i calcoli presentati ieri la centrale di Sesto, la cui sezione più avanzata entrerà in funzione a partire dall'anno prossimo, ha consentito fino al 2002 di immettere in atmosfera oltre 90 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica in meno: e altre 76 mila tonnellate annue saranno risparmiate andando verso il 2010. "E anche questo - spiega Zampaglione - consentirà di affiancare al beneficio di un minore inquinamento il vantaggio di ottenere dei crediti...".
Dal fronte delle opposizioni, oltre che da quello ambientalista, scuotono la testa. "È solo fumo negli occhi per le delegazioni del resto del mondo", dice Walter Molinaro dei Ds. "Se davvero il Comune si è così impegnato e ha fatto così tanto per l'ambiente - chiede Basilio Rizzo di Miracolo a Milano - perché ad ogni inverno ci ritroviamo alle prese col dilemma se bloccare il traffico o respirare il veleno? Non si può continuare a dire "abbiamo fatto" quando i problemi, di fatto, sono ancora tutti lì". Magari non sono cose che si risolvono in un giorno. "Tutte no, ma molti interventi concreti sarebbero semplici e poco costosi: il più banale che mi viene in mente sarebbe la realizzazione, a tappeto, di aree protette per le bici sui marciapiedi più larghi. Costo quasi zero, riscontro immediato: eppure niente. Si vede che secondo loro è meglio pensare ai crediti futuri...".

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