TROPPI SOTTOTETTI SELVAGGI
23 gennaio 2004

Da: La Repubblica
Di: Caterina Pasolini

Funghi di cemento spuntati all'improvviso sui tetti di palazzi ottocenteschi, lastre di vetro avveniristiche percorrono piani rialzati in velocità nel centro storico, a pochi passi dal Duomo. Villette di inizio secolo sono cresciute in maniera asimmetrica accanto a palazzine rimaste com'erano. Caseggiati ottocenteschi sembrano formaggi gruviera per le finestre, raddoppiate rispetto all'originale con la scusa della ristrutturazione, mentre il tetto a spiovere non c'è più, al suo posto abbaini squadrati a schiera .
Sono decine le fotografie che raccontano lo scempio urbanistico e architettonico avvenuto in questi mesi a Milano. A raccogliere un vero e proprio dossier, un cahier de doléances visivo di com'era e com'è diventata questa città, "per colpa della legge regionale sui sottotetti e per l'assenza durata fino a novembre di interventi concreti di controllo da parte del Comune", sono stati i consiglieri comunali dei Verdi. Che dopo essersi improvvisati detectives armati di macchina fotografica per le vie del centro e della periferia, ora denunciano, immagini alla mano, "lo sfregio continuo e legale nei confronti di questa città". E chiedono "leggi più dure, controlli, più protezione".
"Hanno messo le mani sui tetti della città. Nel più totale disordine di stili e tipologie. Piazze e palazzi di Milano sono stati deformati e sfigurati da sopralzi e abbaini, con interventi tesi a sfruttare al massimo la volumetria senza rispetto per l'estetica, la facciata sottostante o gli edifici circostanti", dice il consigliere comunale Verde Maurizio Baruffi criticando la legge regionale sul recupero dei sottotetti. "In città ha assunto da tempo le dimensioni di una diffusa operazione speculativa cambiando lo skyline, il paesaggio urbano". Per raddoppiare le proprietà, e quindi i possibili futuri guadagni, i proprietari degli ultimi piani dei palazzi, con la possibilità di legge di recuperare i sottotetti hanno allargato gli abbaini, più spesso si sono alzati di un piano.
Di questo si parlerà lunedì alle 21 al teatro Franco Parenti. Parteciperanno consiglieri, amministratori comunali, e l'architetto Michele Sacerdoti, e autore del lungo cahier de doléances urbane. "Ce ne sono tante. Da via Melzo dove con la ristrutturazione del palazzo ottocentesco hanno raddoppiato il numero delle finestre, ne hanno fatte 40 in più, oltre ai sottotetti. C'è un processo, per mancata licenza e il mancato pagamento di quasi un miliardo di oneri di urbanizzazione". Un altro caso è quello del palazzo di Porta Venezia 37. Costruito nel 1858 in stile risorgimentale, negli anni '30 è stato rialzato di un piano, adesso di un altro "con effetto torretta". Oppure via Bellotti, dove in una strada di villette tutte uguale è stato fatto un piano rialzato che balza agli occhi e il tutto colorato di fucsia e viola".
"La legge regionale del '96 in pratica ha dato il via alla ristrutturazione selvaggia dei sottotetti - ricorda Maurizio Baruffi - Solo su nostra proposta, e solo nel febbraio 2003, il consiglio comunale ha approvato all'unanimità un emendamento, ed è poi arrivata la circolare dell'assessore Verga, che impedisce alcune modifiche sui palazzi costruiti prima del 1940, in parte del centro storico milanese, e impone controlli sulle domande e sui progetti che prima partivano senza bisogno di verifiche".
I risultati di questo giro di vite si sono visti. Prima il via ai lavori era praticamente automatico, ora su 44 progetti esaminati 13 sono stati bocciati, 14 hanno subito la richiesta di modifiche e 17 sono stati approvati. "Cosa sarebbe accaduto agli oltre 500 sopralzi, abbaini e sottotetti modificati in questi anni?", si domanda Baruffi.
Ma questo ancora non basta, dicono i Verdi. "Bisognerebbe imporre maggiori controlli su aree più della città. Coinvolgere i consigli di Zona per fare una mappa delle zone da proteggere. Ora l'area che viene presa in considerazione dalla circolare di Verga, è più o meno quella della circonvallazione interna". I Verdi chiedono anche di fare pressione nei confronti della Regione, che sta discutendo la legge urbanistica, affinché la riforma consenta il recupero dei sopralzi ma non l'aumento di un piano nei palazzi. "Tra aprile e dicembre 2003 quasi 300 sottotetti sono stati fatti a Milano - dice Baruffi- noi vorremo che fossero valutati per capire se rispettano le leggi comunali del '99 che precisano come questi non debbano alterare la morfologia urbana e debbano rispettare l'architettura dell'edificio".

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