LETTERA AL CORRIERE DELLA SERA. SOFRI E BOMPRESSI: SOLIDARIETÀ.
26 febbraio 2002

Da: Corriere della Sera
Di: Maurizio Baruffi

Scrivo queste righe dopo aver passato ad altri digiunatori il testimone della catena in atto da circa un mese per sollecitare l'esame della domanda di grazia di Ovidio Bompressi. Non sarà breve né semplice fare in modo che il Ministro della Giustizia istruisca la nuova richiesta avanzata dai familiari di Bompressi, dopo averne respinta una la scorsa estate.
Ho 34 anni e non ho vissuto il clima e gli eventi a cui si riferiscono il processo e la condanna di Sofri e Bompressi. Anche la storia di Lotta Continua mi è estranea per ragioni anagrafiche. Però credo che sia importante porsi delle domande, di fronte a questa vicenda, e chiedersi, per esempio, se non avrebbe più senso trovare una soluzione che ponga fine alla detenzione di Sofri e Bompressi, piuttosto che restare immobili di fronte all'evidenza dell'assurdità di questa carcerazione.
Non voglio esporre tutti i dubbi che mi inquietano sul tormentato andamento delle indagini e dei processi che si riferiscono all'omicidio del Commissario Calabresi, ma voglio poter pensare che l'istituto della grazia si possa applicare a situazioni eccezionali.
Non credo che possano esserci motivi di ordine pubblico o di sicurezza che siano di ostacolo, ora che anche la Procura di Milano ha fatto informalmente sapere di un suo orientamento positivo in relazione all'esame della domanda di grazia e ora che la incompatibilità con la detenzione per Bompressi è stata nuovamente testimoniata dal suo crollo fisico che lo ha portato a rischiare la vita.
Il Presidente della Repubblica attende che il Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, compia la sua istruttoria. Incoraggiamolo a farlo con la pressione dell'opinione pubblica. Per questo ho digiunato dall'11 al 17 febbraio, perché non cada nell'oblio e non diventi normale l'idea di Sofri e Bompressi in prigione.

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