STAZIONE CENTRALE, IL TAR BLOCCA LA RISTRUTTURAZIONE. UN RICORSO ANCHE DAI VERDI E DA ITALIA NOSTRA
28 marzo 2004

Da: La Repubblica
Di: Stefano Rossi

È un progetto da 110 milioni di euro, che deve rifare quasi completamente la stazione Centrale, ma chissà mai quando (e forse se) si farà. I cantieri dovevano essere aperti in questi giorni però l´ambizioso rifacimento è stato bloccato da una sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il bando di concorso lanciato dal committente, Grandi Stazioni. La società di servizi, partecipata al 60 per cento dalle Ferrovie dello Stato e al 40 da Eurostazioni (Benetton, Pirelli, Caltagirone e Ferrovie francesi) ha infatti individuato un unico soggetto al quale affidare l´enorme commessa, che oltre alla stazione Centrale coinvolge altre 12 stazioni italiane: Torino Porta Nuova, Napoli, Bologna, Firenze e le due di Genova fra le altre.
Il ricorso al Tar è stato presentato dall´Ance, Associazione nazionale costruttori edili, sulla base di motivi procedurali. Nel suo bando, Grandi Stazioni prevedeva l´assegnazione dei lavori in un solo lotto e stabiliva che un general contractor avrebbe ristrutturato le stazioni. A tale scopo era stata ottenuta l´autorizzazione del ministero delle Infrastrutture e l´inserimento del programma nelle legge Obiettivo. Ma il Tar lo definisce un "incongruo accorpamento", in contrasto con le norme dell´Unione europea e la legge Merloni sotto il profilo della tutela del mercato. E parla di indebito "restringimento della platea dei concorrenti". Nei prossimi giorni Grandi Stazioni presenterà il ricorso al Consiglio di Stato, giudice d´appello per le sentenze amministrative. Il malumore è notevole: "Non ci aspettavamo questa presa di posizione da parte del Tar. Ora, se va bene, ci saranno dei ritardi. E se anche il Consiglio di Stato ci darà torto, dovremo rifare il bando". Prima della sentenza d´appello passeranno almeno tre mesi, in caso di riscrittura del bando chissà quanti. E dire che in questi giorni dovremmo già vedere il precantiere in piazza Luigi di Savoia e, dopo poco, un ardito cantiere aereo nella Galleria delle carrozze. "Peccato - si rammarica il progettista, l´architetto Marco Tamino - tuttavia il Tar non censura quello che vogliamo fare, ma la procedura".
Vero. Però sul contenuto della ristrutturazione della Centrale, inaugurata nel 1931 alla presenza di Galeazzo Ciano e monumento posto sotto vincolo dalla Soprintendenza ai Beni architettonici, pende un altro ricorso. Presentato, ancora al Tar del Lazio, dal consigliere comunale verde Maurizio Baruffi e da Italia Nostra. Il ricorso contesta la funzionalità dei percorsi per i passeggeri, che dal metrò al treno cammineranno 330 metri in mezzo ai negozi, e non più 180, la destinazione dell´attuale biglietteria a spazio commerciale, lo spostamento dei posteggi taxi, la sostituzione delle scale mobili con tapis roulants che copriranno i mosaici del pavimento con le aquile romane, la creazione di soppalchi adibiti anch´essi a funzioni commerciali nei saloni laterali decorati su soffitti e pilastri. "Un´operazione economica per realizzare la quale Grandi Stazioni ha forzato la mano grazie alla legge Obiettivo", accusa Baruffi. Anche questo contenzioso rischia di allungare i tempi all´infinito.

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