TICKET DI INGRESSO A MILANO
28 giugno 2002

Da: Il Manifesto
Di:

Il 30 giugno del 2001, il Sindaco Gabriele Albertini riusciva ad affossare il referendum cittadino sul traffico e sulla viabilità. E' passato un anno, i cittadini non si sono potuti esprimere, ma Milano e la Lombardia hanno vissuto un "annus horribilis", segnato da decine di giornate in cui l'inquinamento ha superato i livelli di allarme, per le polveri sottili in inverno e per l'ozono, in questo inizio di estate. La paralisi degli spostamenti e il progressivo deterioramento dell'aria e dei nostri polmoni sono più forti dei poteri straordinari di commissario per il traffico ottenuti da Albertini e della imminente inaugurazione di due nuove stazioni del Passante. Per questo è necessario tornare a pensare alla mobilità dell'area milanese, mettendo al centro della riflessione la salute degli abitanti.
La proposta del Sindaco per l'istituzione di un ticket di accesso alla città o a una sua parte è uno stimolo importante e sarebbe bene arrivare a un referendum di indirizzo, da svolgersi nell'intera area metropolitana milanese, su questo punto. Anche perché rispolvera un concetto caro agli ambientalisti: chi inquina, paga. I cittadini devono dire la loro, però, con la consapevolezza piena di quali siano gli intenti dell'Amministrazione. Devono cioè sapere se il ticket servirà a ridurre inquinamento e traffico oppure se sarà solo un ennesimo strumento utile alle casse comunali, al pareggio di bilancio, alla realizzazione di opere stradali - come il tunnel sotto la cerchia dei Bastioni - destinate a privilegiare sempre di più l'utilizzo dell'auto privata e a penalizzare i mezzi pubblici e la mobilità alternativa.
Il road pricing, il pedaggio di accesso per scoraggiare il transito a bordo del mezzo privato in aree congestionate o sensibili, non è una gabella medievale ma una leva importante di governo della mobilità. Si richiama a principi fissati dall'Unione Europea nel Libro Bianco sui trasporti che presto ispirerà direttive comunitarie e, a cascata, normative nazionali e regionali. Per i Verdi però prima di considerare qualsiasi ipotesi di road pricing è necessario potenziare e riorganizzare l'offerta e il sistema tariffario dei trasporti su scala metropolitana, puntando decisamente gli sforzi nei comuni dell'hinterland, oggi gravemente penalizzati: a Milano il 50% degli spostamenti avviene sul mezzo pubblico, mentre tra comuni dell'hinterland il dato scende al 6% e solo il 18% degli ingressi a Milano viaggia a bordo di treni e autobus.
Per i Verdi non è possibile bollare la proposta come "nuova gabella". Un'altra nostra proposta è relativa alle risorse.
A fronte dei circa 700milioni di euro che nel 2002 la Regione ha destinato al trasporto pubblico locale regionale, tra tassa automobilistica regionale (il bollo auto) e accisa regionale sulla benzina, l'auto garantirà nello stesso anno al Pirellone entrate pari a 1340 milioni di Euro: precisamente 850 milioni dal bollo e 490 dalla quota regionale sul prezzo della benzina (250 lire/litro). Gli ambientalisti chiedono la creazione di un Fondo regionale per la mobilità pubblica in Lombardia, da alimentare con una percentuale sugli introiti generati dalle imposte sull'auto. Oggi, invece, tali fondi finiscono nel bilancio generale della Regione.
Un piatto ricco, di alternative possibili e di scelte praticabili. Non, dunque, una strada stretta e a senso unico. Speriamo che se ne accorga il manovratore.
Maurizio Baruffi, consigliere comunale di Milano
Pietro Mezzi, consigliere provinciale di Milano
Carlo Monguzzi, consigliere regionale

Torna all'archivio cronologico

Torna all'archivio tematico

Segnala questa pagina via email

Torna alla pagina principale