QUEL GIOIELLO LIBERTY RIDOTTO A UN CANTIERE
15 maggio 2003

Da: Il Giorno
Di: G.C.B.

Sotto i portici di piazza Duomo sono appena iniziati i lavori di ristrutturazione dell'ex diurno Cobianchi, che è già guerra. Il Consiglio di Zona 1, a maggioranza di centrodestra, chiede l'immediata sospensione dei lavori. "La commissione Demanio deve effettuare un sopralluogo", rincara il verde Maurizio Baruffi che ha presentato una mozione urgente all'assessore al Demanio, il leghista Giancarlo Pagliarini.
I bellissimi bagni pubblici sotterranei del 1924, oggi immersi nel più desolante degrado, ospiterà entro il 2004 il nuovo centro di informazioni dell'amministrazione comunale. In 1.500 metri quadrati, servizi, mostre, sale riunioni e internet point. Da lì si potrà accedere alla stazione della metropolitana e all'Arengario. Costo della trasformazione, oltre 3 milioni di euro.
"Il Cobianchi - commenta Michele Sacerdoti, membro delle commissioni edilizie di Zona 2 e 3 - avrebbe potuto diventare un'importante attrazione turistica, arricchendo i percorsi di vista dei palazzi liberty e decò di Milano". "È inoltre incredibile - aggiunge - che il Comune, dopo la chiusura del diurno nel 1999, abbia lasciato i locali nel più totale abbandono consentendo l'allagamento della struttura, il passaggio di cavi telefonici, fibre ottiche e delle fognature dell'Autogrill in Galleria Vittorio Emanuele che hanno provocato gravi danni e furti". A proposito di quest'ultimi, il "parlamentino" del centro storico vuole saperne di più: "Chiediamo copia del furto, avvenuto quattro anni fa, di parte dei preziosi arredi". Mobili liberty e decò realizzati dalla ditta Bega di Bologna. Dunque, bufera con aggiunta di mistero.
"Sarà preservato l'incantevole tocco liberty del Cobianchi", assicurano a Palazzo Marino. Ma per il resto l'intervento sarà radicale. "Vista la gravità delle demolizioni effettuate - contrattacca il CdZ - chiediamo un sopralluogo al cantiere aperto ai consiglieri di zona".
È negli anni Venti che Cleopatro Cobianchi apre una catena di bagni pubblici su tutto il territorio nazionale (il primo è, appunto, quello di piazza Duomo), tanto che il suo nome diventerà sinonimo di Albergo diurno. Di un grande salone di bellezza con annesso boudoir, "una vera oasi - raccontano le cronache del tempo - per coloro che vogliono avere cura di sé, o ritemprarsi tra un treno e l'altro".
I diurni Cobianchi avevano anche uno slogan: "Per chi viaggia e chi non viaggia. Bagni in ambienti di lusso con tutto il comfort moderno". In un susseguirsi di colonnati con rivestimenti marmorei e lignei di tessere di vetro colorato "capaci di conferire un vago sapore di piccoli e festosi brani urbani". Ricorda Michele Sacerdoti: "Visitai il Diurno negli anni Novanta quando era ancora in funzione in tutto il suo splendore, e lo confrontai con lo stato di degrado del Diurno Venezia in piazza Oberdan, i cui bagni sono chiusi da anni. Erano una meraviglia".

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