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candidato al Senato per il Partito Democratico

Costruiranno sul verde agricolo

In base alle nuove regole in vigore da pochi giorni a Milano si potrà costruire anche sul verde agricolo in prossimità delle cascine, a condizione che i terreni agricoli siano abbandonati da almeno 3 anni. Esattamente il contrario di quello che bisognerebbe fare nella cottà dell’expo 2015 sull’alimentazione. Ecco l’intervento in consiglio comunale.

INTERVENTI IN BOZZA

Consiglio comunale del 3 dicembre 2008

omissis

Delibera N/179 – Approvazione della revisione del capitolo “X. Regole” del documento di inquadramento delle politiche urbanistiche comunali “ricostruire la grande Milano” approvato dal Consiglio Comunale il 5.6.2000 con deliberazione n. 48/00 e successivamente integrato il 16.5.2005 con deliberazione n. 26/05.

Il Presidente Palmeri così interviene:

“Iniziamo i lavori. Emendamento numero 30. La parola al consigliere Baruffi per la presentazione.

Il consigliere Baruffi così interviene:

“Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che riguarda le aree di verde agricolo. Noi abbiamo costruito una immagine di Milano forte sul tema dell’agricoltura, anche dell’agricoltura urbana per costruire il dossier di candidatura sull’Expo, abbiamo gruppi politici di Maggioranza che organizzano convegni nei prossimi giorni proprio sul tema dell’agricoltura in città, abbiamo una retorica sulla propensione agricola nel territorio del Comune di Milano. Il Sindaco addirittura nel suo discorso di insediamento, se non erro, o comunque in uno dei momenti iniziali e rari in cui l’abbiamo vista in aula, aveva dichiarato come Milano fosse uno dei Comuni, in Italia, con la maggiore percentuale di terreno agricolo. Abbiamo una situazione politico culturale nella quale si è aperto un grande dibattito sulla necessità di mantenere in vita le aree agricole urbane e, anzi, di valorizzare queste esperienze attraverso incentivi, sostegno. Ho letto che l’assessore Terzi pochi giorni fa, sul piano anticrisi ha detto: bisogna dare un sostegno anche agli agricoltori in città. Insomma, abbiamo veramente tutto ciò che potrebbe essere perfetto perché si attuino politiche conseguenti nella difesa, valorizzazione e protezione del territorio agricolo all’interno della nostra città, del recupero ad uso agricolo, eventualmente, di quei terreni che fossero momentaneamente dismessi. Invece tutta questa retorica sulla valorizzazione del verde agricolo o dell’area agricola, tutta questa campagna che si articola nei vari modi in cui ho descritto, si scontra con il fatto che poi, con una certa regolarità, sulle aree agricole, di verde agricolo che sono presenti nella nostra città si sviluppano appetiti ordinari di carattere immobiliare, urbanistico, di sviluppo eccetera. Allora, questo è un emendamento che vuole dire con chiarezza che le aree di verde agricolo non si toccano, almeno finché non venga approvato il P.G.T., cioè si coglie l’inizio, il cappello, diciamo, di questo paragrafo in cui si dice che: ‘in coerenza con gli obiettivi strategici di questo documento, in attesa dell’approvazione del P.G.T., sono escluse dall’ambito della programmazione integrata tutte le aree di verde agricolo’. Poi tutta la parte successiva, le eccezioni, le cascine eccetera viene stralciata. Ma perché questo? Anche perché qui si fa un riferimento alla Legge Regionale 12 del 2005, che dà la definizione di quelle aree in cui l’attività agricola è dismessa, ed è bene che tutti sappiano che quella definizione di legge riguarda aree nelle quali l’attività agricola sia interrotta da 3 anni, cioè non da 30 anni, non dove il degrado e tutto quello che sappiamo essere l’armamentario, anche qua, retorico per giustificare le cosiddette riqualificazioni, diventa lo strumento e l’argomento convincente. Qui basta che da 3 anni i terreni perimetrali o di pertinenza delle cascine non siano più utilizzati, ed in base a quello che dice il documento propostoci dalla Giunta, anche su quelle tipologie di terreno si potrà operare secondo uno schema di regole che viene dato da questo documento. Allora io credo che noi dobbiamo uscire da questa ambiguità. Sappiamo che le cascine suscitano attenzioni ed interessi per diversissime e, a volte, lodevoli attenzioni, però noi abbiamo, credo, da affermare un principio forte e chiaro, è cioè che se è vera la vocazione agricola del territorio del Comune di Milano, se è vero che sull’Expo ci siamo candidati anche su queste tematiche, se è vero che crediamo nell’agricoltura urbana, non possiamo fare, del verde agricolo di questa città, un ulteriore pezzo destinato allo sviluppo urbanistico ed allo sviluppo edilizio”.

Ovviamente il mio emendamento è stato bocciato dalla maggioranza che sostiene il Sindaco Letizia Moratti.