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candidato al Senato per il Partito Democratico

Battute e dispetti scaldano le primarie via alle polemiche dirette fra i candidati

Battute e dispetti scaldano le primarie via alle polemiche dirette fra i candidati

Caccia all’indirizzario dei votanti del 2006, saldamente nelle mani del Pd
Il fronte delle preferenze cattoliche è travagliato: Boeri piace anche a Cielle

Da repubblica Milano del 16 ottobre 2010 – di STEFANO ROSSI

Battute e dispetti scaldano le primarie via alle polemiche dirette fra i candidati I quattro candidati alle primarie del centrosinistra

Manca un mese alle primarie del centrosinistra e il clima della corsa fra i quattro candidati (l’ultimo, l’ambientalista Michele Sacerdoti, ha reso noto di avere raccolto le firme necessarie) si scalda. I tre principali rivali, Stefano Boeri, Valerio Onida e Giuliano Pisapia, dopo i primi confronti un po’ insipidi – in cui tutti e tre finivano per dire le stesse cose, tratte dal manuale del buon amministratore progressista – hanno scelto la strada dello smarcamento e della differenziazione dagli altri candidati. Così, sono cominciate le punzecchiature, e qualche volta è volato perfino qualche colpo basso.

Qualche esempio? L’ingorgo del prossimo 6 novembre: a Milano ci sarà Pierluigi Bersani (per sostenere Boeri) e guarda caso nello stesso giorno verrà pure, a rubargli la scena, Nichi Vendola (per Pisapia). «Gli apparati elettorali stanno diventano troppo ingombranti», lamenta Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd. In effetti la pressione – via sms ed email – sugli elettori delle primarie precedenti è notevole. A detenere i preziosi elenchi, com’è noto, è il Pd, che ha scelto Boeri e finora ha fatto orecchie da mercante alla richiesta di Onida e Pisapia di metterli a disposizione. A livello di quadri, i condizionamenti aumentano.

Giovanni Colombo, consigliere comunale di estrazione cattolica, dice: «Basta poco per diventare eretici nel Pd, sembra una caserma messicana». «Non esagererei – commenta Civati – ma quest’aria da crociate soffoca l’elettore. Un dirigente mi ha detto: se vince Pisapia, abbiamo perso le elezioni. Io rispondo: se Boeri perde le primarie il Pd ha sbagliato candidato». Il peso della macchina organizzativa del Pd non sfugge a Pisapia, che ha alzato il livello della sfida. «A Milano servono case da abitare, non grattacieli da guardare», è scritto nella sua pubblicità elettorale.

Concetto ripetuto da Maurizio Baruffi, un pd pro Pisapia: «Meglio il verde dei grattacieli all’Isola», vale a dire proprio il quartiere dove Boeri ha lavorato per Hines. Lo stesso Boeri, quando il consigliere comunale del Pd Davide Corritore si è schierato con Pisapia, lo ha apostrofato bruscamente, salvo poi scusarsi. «Una reazione istintiva – spiega oggi Michele Prevato, coordinatore della comunicazione di Boeri – la nostra comunicazione si basa sulla progettualità».

Un certo nervosismo, però, c’è. E per citare Bersani, la pazienza è finita: «I trentenni del nuovo corso – sostiene un altro eretico del Pd – sanno che Boeri non ha la vittoria in tasca. E se toppano per l’ennesima volta, saranno guai». Forse anche per questo è stata bocciata la proposta di Basilio Rizzo (Lista Fo) di votare come per il sindaco di Londra, esprimendo un voto di riserva per sommarlo alla prima scelta nel caso in cui il candidato vincente non ottenga la maggioranza: «L’obiettivo era di avere un candidato rappresentativo – spiega Rizzo – Ora mi aspetto risse con morti e feriti».

E i cattolici? Onida è il più vicino alla loro sensibilità. Ma ci sono cattolici (ciellini) pronti a dare una mano a Boeri. E Pisapia, l’uomo della sinistra radicale, ha gettato un ponte reclutando i comunicatori della Sec del ciellino Fiorenzo Tagliabue. Ma, replicano dall’agenzia di comunicazione, «Pisapia è da sempre vicino ai cattolici impegnati nel sociale». Il risultato, riflette Fabio Pizzul, consigliere regionale, «potrebbe essere una scarsa partecipazione cattolica alle primarie, per il modo in cui sono state gestite. Ma c’è ancora tempo per provare a recuperare».

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