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Tatoo senza l’ok dei genitori? “Maximulte anche ai ragazzi” L’idea dell’assessore Giovanni Terzi: “I giovani vanno informati dei rischi e occorre coinvolgere le famiglie”. E per gli operatori sanzioni fino a 500 euro.

Tatoo senza l’ok dei genitori? “Maximulte anche ai ragazzi”

L’idea dell’assessore Giovanni Terzi: “I giovani vanno informati dei rischi e occorre coinvolgere le famiglie”. E per gli operatori sanzioni fino a 500 euro.

Milano, 9 ottobre 2010 – Farsi un tatuaggio o un piercing senza dirlo a mamma e papà potrebbe costare caro ai minorenni milanesi. Sì, perché il Comune sta pensando di introdurre multe salate per i ragazzini che vogliono a tutti costi un tatoo o un gingillo d’acciaio infilato nella pelle senza chiedere l’autorizzazione dei genitori. L’assessore alle Attività produttive, il pidiellino Giovanni Terzi, punta a estendere le sanzioni appena approvate dalla giunta di Palazzo Marino ai tatuatori o agli applicatori di piercing non in regola anche a chi si fa decorare il corpo, non ha ancora compiuto 18 anni e lo fa di nascosto.

Sanzioni che vanno dai 250 ai 500 euro, oltre al rischio di una condanna per lesioni volontarie come stabilito della Cassazione, per chi lascia segni indelebili sulla pelle dei minorenni. «Sono allo studio provvedimenti rivolti anche al minore, per l’informazione e il coinvolgimento della famiglia», precisa Terzi, dopo che in un primo momento l’assessore aveva fatto capire che le multe ai minorenni erano già state previste nel regolamento su centri massaggi, parrucchieri, tatuatori e applicatori di piercing appena votato dalla giunta di Palazzo Marino.

Un’idea, quella di sanzionare i minori di 18 anni amanti delle decorazioni corporee, che scatena subito le reazioni dell’opposizione a Palazzo Marino. Il consigliere comunale del Partito democratico Maurizio Baruffi affonda il colpo: «Multare i genitori dei minori che, senza consenso, si fanno il tatuaggio o il piercing è l’ennesima ipocrisia di una Giunta tutta chiacchiere e distintivo». Ennesima ipocrisia, secondo Baruffi, perché la Giunta guidata dal sindaco Letizia Moratti nel luglio del 2009 ha introdotto un’ordinanza che punisce con una multa di 500 euro i minorenni che bevono alcolici in strada o nei locali pubblici.

Insomma, ragazzini milanesi sempre nel mirino del Comune. Questione, soprattutto, di prevenzione, nelle intenzioni dei vertici di Palazzo Marino. Dall’alcol ai tatuaggi. Anche perché — sottolinea Terzi — «nel caso dei tatoo spesso e volentieri le norme igieniche non vengono rispettate. E i ragazzi devono conoscere i rischi a cui vanno incontro».

Magari grazie anche allo spauracchio di una multa che alla fine dovrebbero pagare mamma e papà. Con tutto ciò che ne consegue in termini di rimproveri, punizioni e altri provvedimenti stavolta non affidati all’amministrazione comunale ma agli stessi genitori. Tant’è. Ora resta solo da vedere se la giunta morattiana andrà fino in fondo e tradurrà in un atto ufficiale quello che per ora è solo un’idea allo studio dell’assessore Terzi.
Peraltro dovrebbero essere i tatuatori e gli applicatori di piercing a rivolvere il problema a monte. Per loro, infatti, c’è l’obbligo di chiedere la carta d’identità ai più giovani, per stabilire se hanno compiuto o no i 18 anni, prima di procedere sulla loro pelle.

di Massimiliano Mingoia

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